La Romania sceglie ancora il Partito socialdemocratico

7 Gennaio 2017

di Luca Mershed

Dopo aver scritto delle elezioni governative in Macedonia, ogli illuminiamo una nuova  realtà di cui si parla poco, la vicina Romania dove si sono recentemente svolte le elezioni per il Parlamento.
Il popolo romeno ha votato alle elezioni parlamentari un anno dopo un tragico incendio mortale in una discoteca che ha obbligato il Governo ad andare alle urne.
Un’altra volta si è confermata come maggiore forza politica i socialdemocratici (PSD) che si sono posizionati al primo posto con circa il 46 per cento dei voti. Il Partito Nazionale Liberale –rivale- di centro-destra (PNL) ha, invece, ricevuto circa il 21 per cento, mentre i loro alleati dell’Unione Salva Romania (USR) hanno raccolto il 9 per cento.
Liviu Dragnea, il leader del PSD, ha già detto che inizierà i colloqui per formare una maggioranza parlamentare con il suo alleato di lunga data, l’Alleanza dei Liberali e Democratici (ALDE), che hanno ricevuto circa il 6 per cento.
“Nei prossimi giorni, PSD e ALDE inizieranno le discussioni al fine di formare una nuova maggioranza in parlamento […] Il voto di oggi indica chiaramente la scelta dei romeni per un futuro Governo”, ha detto Dragnea in una dichiarazione alla stampa.
Dopo l’incendio alla discoteca di Bucarest nell’ottobre dello scorso anno, che è costato 64 vite, decine di migliaia sono scesi in piazza, costringendo il primo ministro Victor Ponta ed il suo Governo PSD a dimettersi.
Un governo tecnico è stato poi installato sotto il primo ministro tecnocrate Dacian Cioloş, 47 anni -un ex commissario europeo.
Il PNL ed il USR hanno affermato che sosterrebbero Cioloş anche se il PSD vorrebbe sostituirlo con la testa del partito Liviu Dragnea, 54 anni, come primo ministro.
Tuttavia, Dragnea sta scontando una sospensione condizionale della pena per frode elettorale, e una legge del 2001 impedisce a chiunque condannato per un reato di diventare Ministro.
Inoltre, il presidente Klaus Iohannis, 57 anni, si è rifiutato di nominare alla carica di Primo Ministro chiunque abbia problemi legali. Ciò consentirebbe anche di escludere un ritorno di Ponta, 44 anni, attualmente sotto processo -in realtà era già sul banco degli imputati mentre era a guida del Governo- per presunta evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
La vita politica attuale, in Romania, ruota intorno alle responsabilità dell’incendio della discoteca di Bucarest.
“Gli effetti della corruzione erano improvvisamente chiari agli occhi di tutti: 64 morti”, ha ricordato Mihai Politeanu, il fondatore di una associazione anti-corruzione, Initiativa Romania, creata dopo l’incendio.
Il Direttorio Nazionale Anticorruzione della Romania (DNA) è stato molto attivo e visibile, portando ministri, senatori, parlamentari ed altri funzionari pubblici alla giustizia.
Una recente indagine ha suggerito che il 95 per cento dei romeni vuole che la lotta contro la corruzione sia una priorità per il prossimo Governo, ma ci sono preoccupazioni che questo non accadrà se ci sarà un ritorno del PSD al potere.
Infatti, il PSD è ancora il partito più grande, grazie al supporto solido dei romeni anziani e delle persone nelle zone rurali della Nazione europea sud-orientale che conta 20 milioni di persone. Tuttavia, dopo 27 anni dall’esecuzione sommaria dell’ex dittatore Nicolae Ceausescu e la fine del comunismo, solo il 40 per cento degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne.
Che cosa significa il risultato delle elezioni per la lotta contro la corruzione in Romania?
Il fatto che i romeni siano più interessati a creare posti di lavoro ed alla spesa pubblica potrebbe essere un freno per il progresso del Paese nella lotta all’estirpazione della corruzione.
Il Direttorio Nazionale Anticorruzione della Romania (DNA) afferma di aver contribuito a mettere decine di parlamentari, sindaci e magistrati sotto processo nel corso degli ultimi due anni e mezzo, mentre il Governo di Cioloş ha introdotto riforme volte a ridurre la burocrazia, la cattiva amministrazione e la corruzione.
Che cosa significa la vittoria del PSD per la lotta contro la corruzione?
Per quanto riguarda l’evoluzione o una devoluzione futura, tutto dipende dalla vittoria della nuova maggioranza parlamentare.
Ci saranno delle forze in competizione nella nuova maggioranza: alcuni deputati potrebbero voler frenare le attività del Direttorio, mentre altri possono essere riluttanti nel permettere passi che potrebbero danneggiare l’immagine del Paese.
“I risultati delle elezioni significano che avremo un Governo di sinistra”, ha detto il commentatore politico Mircea Marian Reuters. “Il problema principale è che, passo dopo passo, molto lentamente e probabilmente cambierà la legislazione in materia di anti-corruzione”.
Sarà il risultato elettorale a modificare la posizione della Romania nella UE?
La Romania, secondo Stato più povero del blocco, ha ricevuto 6,5 miliardi di euro da parte dell’Unione europea nel 2015 ed il PSD è considerato pro-Europa.
“Il partito socialista in Romania è uno dei pilastri più importanti del socialismo europeo, in termini di deputati al Parlamento europeo”, Dr. Cristian Nitoiu, un esperto di politica presso l’Aston University ha detto ad Euronews. “Essi hanno un buon rapporto con i responsabili politici a Washington e vogliono essere a favore delle decisioni dell’Unione Europea”.
“La Romania rimane un fedele alleato degli Stati Uniti”, ha sottolineato Nitoiu. “Ci sarà bisogno di essere più influenti in Europa per assicurare una Presidenza di successo per l’Unione europea nel 2019”.
La Romania spera in un aiuto di Bruxelles all’inizio del prossimo anno, quando la Commissione europea deciderà se continuare il monitoraggio su Bucarest per il suo progresso nella lotta alla corruzione.
Quali sono state le sorprese delle elezioni?
Una delle sorprese chiave è stata la nascita del nuovo partito dell’Unione Salva Romania, guidato dal matematico e attivista Nicuşor Dan.
Il Partito, che ha portato avanti una campagna sull’anti-corruzione, ha ottenuto circa il 9,2 per cento dei voti.
Un’altra tendenza è stata che i più giovani elettori – che sono scesi in strada per protestare dopo l’incendio della discoteca di Bucarest dello scorso anno – non sono andati alle urne nelle elezioni di domenica, contribuendo alla vittoria del PSD, i cui votanti tradizionali tendono ad essere più anziani e più poveri.
Quale sarà la composizione del nuovo Governo ora?
Il PSD potrebbe teoricamente governare da solo, ma è suscettibile di unire le forze con ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici) per una maggioranza più forte.
Il presidente -di destra- della Romania, Klaus Iohannis, con il compito di nominare il prossimo Primo Ministro del Paese, potrebbe ancora ostacolare l’ascesa al Governo del PSD.
Iohannis ha detto che non nominerà chiunque sia stato condannato o abbia problemi di integrità. Ci sono due candidati di punta ad essere ancora in corsa per diventare il prossimo Primo Ministro della Romania: Vasile Dancu e Liviu Dragnea.
Dragnea, dopo la schiacciante vittoria alle parlamentari, è ora il favorito ed ha in più il sostegno all’interno del partito.
Tuttavia, il problema è il passato di Dragnea: ha una condanna di sospensione di due anni per aver tentato di corrompere il processo del referendum nel 2012.