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Darfur, coprifuoco nel Sud della regione

di Luca Mershed, Italians for Darfur

Un’ondata di omicidi, rapimenti e furti sta inasprendo la già disperata situazione nel Darfur meridionale.
Degli uomini armati sconosciuti hanno ucciso un esponente di spicco della regione dentro la sua residenza nella capitale del Sud Darfur, Nyala.
Un vicino della vittima, Siddiq Hamid, ha detto ai media che tre uomini armati mascherati hanno fatto irruzione nella casa di Abdel-Azim Mekki nelle prime ore del mattino e gli hanno sparato al petto. L’uomo è morto prima di giungere in ospedale.
Dopo che i responsabili sono fuggiti dalla zona, i servizi di sicurezza hanno avviato un’indagine per accertare la loro identità.
All’inizio di questo mese, degli uomini armati avevano ucciso l’ex-commissario della località di Al-Sadig Radoum, Abdel al-Sharif, anch’egli nella sua abitazione nella zona di Ghibaish, 15 km a sud di Buram nel Sud Darfur.
Il Sud Darfur ha assistito, nel corso degli ultimi due anni, ad un’ondata di rapimenti, omicidi e saccheggi che hanno portato lo Stato a dichiarare uno stato di emergenza a tempo indeterminato ed imporre il coprifuoco quotidiano.

Castro e Obama a Cuba e le risposte negate  

 

di Luca Mershed

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato nel pomeriggio di domenica a Cuba per una visita storica con lo scopo di ricucire i rapporti congelati da sessant’anni tra i due Paesi.

L’Air Force One, l’aereo presidenziale degli Stati Uniti dove Obama ha viaggiato accompagnato dalla moglie Michelle, le figlie Malia e Sasha e sua madre Marian Robinson, è atterrato all’aeroporto internazionale dell’Avana alle 16.30 ora locale.

Obama è stato accolto dal Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, dai membri della Cancelleria dell’isola e dai funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Cuba.

A pochi minuti dall’atterraggio, è apparso un messaggio sull’account Twitter del presidente Barack Obama parlando ai cittadini cubani con un “Qué bolá Cuba?” Una forma colloquiale cubana per dire “Come sta Cuba?”

Ha continuato dicendo: “Sono appena atterrato con la speranza di incontrare ed ascoltare il popolo cubano direttamente”.

Più tardi, dopo aver scambiato qualche parola con i dipendenti dell’ambasciata degli Stati Uniti, Obama ha descritto la visita come un’opportunità storica per incontrare il popolo cubano.

Egli ha sottolineato che spera per le generazioni future che queste visite siano qualcosa di naturale.

Obama e la sua famiglia hanno camminato nella parte Vecchia de L’Avana, il centro storico della città, ed hanno visitato la cattedrale, dove sono stati ricevuti dall’Arcivescovo Jaime Ortega, che aveva facilitato i contatti segreti tra gli Stati Uniti e Cuba nel 2014.

Il Presidente ha incontrato, lunedì, il presidente cubano Raul Castro anche se non era presente il leader rivoluzionario Fidel Castro.

Raúl Castro ed il presidente Obama hanno partecipato alla conferenza stampa davanti ai media internazionali. La conferenza è iniziata con una stretta di mano accompagnata da sorrisi a simboleggiare il riavvicinamento dei due Paesi. I due Presidenti hanno rivelato che durante il loro incontro hanno discusso la revoca dell’embargo degli Stati Uniti, la mancanza di libertà a Cuba, il processo di pace in Colombia, la lotta contro il traffico di droga, e la crisi economica e politica in Venezuela.

Obama ha descritto il nuovo rapporto bilaterale con frasi enfatiche: “Il destino di Cuba non sarà deciso dagli Stati Uniti o da qualsiasi altra Nazione, il futuro di Cuba sarà deciso dai cubani”. “Non possiamo forzare le cose a cambiare in un determinato Paese. I cambiamenti devono provenire da dentro “, ha detto Obama. Castro ha, invece, risposto: “Sono sicuro che riusciremo a vivere in pace in un ambiente collaborativo, come stiamo già facendo”.

Ad una domanda del giornalista della CNN, Jim Acosta, sui prigionieri politici, Castro ha risposto in modo deciso che non ce ne sono a Cuba ed ha aggiunto: “Dammi la lista dei prigionieri politici per liberarli. Dammi i nomi. Se ci sono prigionieri, stasera saranno liberati”. Al termine della conferenza stampa, Castro si è rivolto alla stampa statunitense affermando: “Quanti Paesi soddisfano i 61 diritti umani e civili? Lo sapete? Nessuno”. Secondo il presidente, Cuba ne soddisfa 47 ed ha insistito che questioni come la sanità e l’istruzione sono migliori nel loro Paese che negli Stati Uniti. Obama, al suo fianco, è rimasto in silenzio.

Il Governo cubano ha dichiarato che è disposto a discutere tutte le questioni rimaste irrisolte, anche quelle relative ai diritti umani e alla democrazia.

Nel frattempo, Cuba continua a protestare contro l’occupazione della base navale statunitense di Guantanamo e l’embargo che da decenni mette in seria difficoltà il popolo dell’Isola.

 

Roma, 23 marzo Ricordando Mons. Romero

Roma 23 marzo ore 16.00 – sala conferenze Fondazione Basso Via Dogana Vecchia 5 la  Fondazione Basso e 24marzo Onlus invitano alla presentazione della Giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime. Segue il programma della conferenza stampa.
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Oltraggiano una mendicante nell’indifferenza dei passanti

di Elisa Marincola
E’ semplicemente inaccettabile quello che è successo giovedì scorso a Ponte Sant’Angelo a Roma, in pieno centro storico a due passi da San Pietro, zona ad alta densità di forze dell’ordine e militari: un gruppo di tifosi dello Sparta-Praga, squadra ospite della Lazio nella partita di Europa League, si ferma davanti a una mendicante e due di loro le pisciano addosso, …Leggi tutto »

Accordo Ue-Turchia, un colpo di proporzioni storiche ai diritti umani

di Amnesty Italia

Un colpo di proporzioni storiche ai diritti umani“. Secondo Amnesty International, il “doppio linguaggio” collettivo dei leader europei non riesce a nascondere le enormi contraddizioni dell’accordo siglato venerdì 18 marzo tra Unione europea e Turchia sulla gestione della crisi dei rifugiati. …Leggi tutto »

Continua in Egitto la repressione contro persone e organizzazioni che difendono i diritti umani

di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci

Due persone appartenenti allo staff del Cairo Institute for Human Rights Studies hanno ricevuto nei giorni scorsi un mandato a comparire domani 16 marzo davanti al giudice investigativo in relazione alla inchiesta 173 del 2011.
Il Cairo Institute for Human Rights Studies è una delle più autorevoli organizzazioni indipendenti per i diritti umani egiziana. Ha uffici al Cairo, Tunisi, Bruxelles e Ginevra. È accreditata presso le Nazioni Unite. Coordina il Forum nazionale delle ONG per i diritti umani egiziane. …Leggi tutto »

Iran, il boia al lavoro

di Iran Human Rights Italia

Continua l’incessante lavoro del boia nella Repubblica Islamica dell’Iran. Con un record di 969 persone messe a morte nel 2015, l’Iran mantiene il triste primato di Paese con il più alto numero di esecuzioni pro capite al mondo. Il 66% delle impiccagioni è stato comminato per reati di droga. Al patibolo sono finiti anche 3 rei minorenni e 19 donne. E’ quanto si può leggere nel Rapporto annuale sulla pena di morte in Iran 2015, curato da Iran Human Rights (IHR). …Leggi tutto »

Verità e Giustizia per Giulio Regeni

Listiamo a lutto i nostri mezzi di informazione
#Giulio Regeni, dottorando e autore di corrispondenze per alcuni media italiani, stava realizzando al Cairo inchieste scomode che ricostruivano molti angoli bui e forse per questo è stato preso, torturato e ucciso.

Sono ancora troppe le contraddizioni e le oscurità nelle versioni fornite dalle autorità egiziane. E Come denunciano tutte le organizzazioni per i diritti umani e la libertà d’informazione, da Amnesty a Reporters sans Frontieres, in Egitto centinaia di attivisti, sindacalisti, blogger, intellettuali, vengono arrestati ogni giorno, spesso torturati, centinaia di loro …Leggi tutto »