di Giovanni Caruso, foto Mara Trovato
“Signora mia ha sentito? A San Cristoforo si spara di nuovo e ci è andato di mezzo un ragazzino, mi spiace per la creatura! Meno male che io abito nell’altra città!”
“Sì, meno male, cara signora, noi stiamo oltre il confine, e se poi incominceranno a sparare ancora, che si ammazzino tra di loro!”
Vi ricordate quando negli anni Ottanta nei bar, sugli autobus o nei salotti si ascoltavano queste parole? Quando si diceva che quelle sparatorie erano regolamenti tra bande di criminali comuni e “scassa pagghiari”. Vi ricordate quanto tempo c’è voluto per capire che quelle sparatorie quotidiane erano guerre di mafia, e quando si è capito che quelle guerre servivano anche ai notabili, ai politici e ai quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa?
Ieri la nostra città si è svegliata con gli antichi colpi di pistola sparati “da dentro il confine”. Quel confine tra la città bene e i quartieri, i soliti quartieri del centro storico. Un confine ben preciso, tra San Cristoforo e il “nostro mondo” che non va turbato.
Via Salvatore Di Giacomo, angolo via Madonna dell’aiuto. Cinque colpi di pistola, cade gravemente ferito un uomo quarantenne e viene ferito a una gamba un ragazzino di quindici anni. Vittima innocente? O vittima inconsapevole di un sistema che da anni sfrutta i minorenni come corrieri per portare la droga dal nascondiglio allo spacciatore? Un quindicenne che si vuole già grande dai cattivi maestri più adulti, un quindicenne pronto a sparare? Un quindicenne a cui si è tolta la scuola per gli interessi economici di una politica istituzionale che deve tagliare, incominciando proprio dai quartieri dove le scuole, unici presidi di legalità e democrazia, dovrebbero essere ad ogni angolo di strada.
La scuola Doria di via Cordai non esiste più, ma uno spacciatore ogni sera prende il suo posto. Voi brava gente lo sapevate? A voi brava gente basta indignarvi nel leggere quattro righe che vi raccontano il fatto di cronaca. Ma avete mai pensato che se i quartieri stanno oltre quel confine tracciato apposta è frutto di un peccato originale? Chi ha tracciato quel confine non visibile ma reale? Lo ha tracciato chi vuole che San Cristoforo sia governata da quello stato chiamato mafia. E questo fa comodo. Per controllare i voti, per creare dipendenza attraverso la povertà, la disoccupazione, la negazione dei diritti attraverso l’ignoranza.
Voi che vivete oltre il confine avete mai pensato di conoscere e contaminarvi con il popolo dei quartieri? Probabilmente sì, quando fate beneficienza o portate un giocattolo e dei vestiti dismessi e questo vi mette la coscienza a posto. Ma non basta questo tipo di solidarietà, ci vuole ben altro.
Ci vuole che chi sta oltre il confine dei quartieri urli a chi ci governa “Basta! Basta con le iniziative di facciata, patinate da lustrini che danno l’immagine di una città felice di tanta cultura e bellezza. Basta nascondere il vero volto della città, fatto dai quartieri popolari abbandonati a un degrado costruito ad arte”.
E allora, se tutti e tutte valichiamo quel confine narrando con verità ciò che vedremo e ascolteremo, se insieme denunceremo le bugie di chi ci governa, avremo la concreta speranza che ogni ragazzino e ragazzina torni a vivere la sua età in libera coscienza, un’età dove si ha il diritto di giocare e di imparare, e soprattutto di scegliersi il futuro, e non vedere più una mano che impugna una pistola pronta a uccidere. Utopia? Riflettete con coraggio e altruismo, e poi rispondete. Noi resistiamo al di qua del confine, cercando di buttarlo giù
Lunedì 7 marzo 2016, dalle 10.30 alle 13.30, la Commissione Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione e Rsf Italia organizza #IoNonStoZitta, incontro con le croniste minacciate per la libertà d’informazione. …Leggi tutto »