Costa d’Avorio, nuovi orrori

15 Marzo 2016

di Luca Mershed, Italians for Darfur

L’orrore è arrivato dal mare, scatenando il terrore e seminando morte sulle spiagge della Costa d’Avorio. Alcuni uomini armati del ramo nordafricano di al-Qaeda hanno ucciso almeno 16 persone, tra cui quattro europei, dopo aver aperto il fuoco in diversi alberghi della  costa ivoriana.

Il Governo ha detto che le forze di sicurezza hanno ucciso i sei assalitori che hanno lanciato gli attacchi contro tre hotel nella famosa località balneare di Grand-Bassam, luogo di vacanza per i residenti di Abidjan, da cui dista circa 40 km.

Grand-Bassam, che conta circa 80.000 abitanti, è considerato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO ed è stata la capitale storica fino a quando ha lasciato il posto all’attuale Abidjan. È, tuttavia, rimasta un importantissimo snodo e porto commerciale.

Tra i 16 morti ci sono due soldati, ha detto il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. I media locali hanno riferito che degli uomini armati sono entrati nel L’Etoile du Sud Hotel, cogliendo alla sprovvista gli ospiti ed il personale inermi. Il portavoce del Ministero degli Esteri francese ha affermato che anche un cittadino francese è stato ucciso. Un gruppo di monitoraggio, ha sottolineato che al-Qaeda nel Maghreb Islamico ha rivendicato l’attacco.

Koba Maiga, un commerciante locale originario del Mali, ha raccontato che si trovava alla moschea quando ha sentito gli spari verso le 13.30 locali.

“Abbiamo avuto la guerra qui pochi anni fa, quindi sappiamo quando si tratta di armi automatiche appena le sentiamo. La domenica, a volte ci sono scontri tra le forze di sicurezza ed i giovani di Abidjan che scendono verso la costa e causano problemi in spiaggia”, ha detto.

È stata una carneficina. Ce ne erano almeno quattro. Tre camminavano fianco a fianco lungo la spiaggia e c’era un quarto uomo che sparava sui sopravvissuti”, ha poi continuato.

“Tante persone sono corse fuori in mare per sfuggire. Quindi, a parte le persone che sono morte per i colpi di pistola ce ne sono state alcune che sono annegate e sono state spazzate via in mare. Erano africani subsahariani. Anche se indossavano passamontagna tutti hanno visto che avevano le mani brune. Ora sono calmo, l’esercito ivoriano è qui.”, conclude il testimone della terribile sparatoria.

Il portavoce per l’Ufficio Estero Britannico (FCO) ha affermato che i funzionari stanno, urgentemente, cercando di stabilire se eventuali cittadini britannici sono stati coinvolti nell’incidente.

Il FCO sconsiglia tutti i viaggi non essenziali verso le regioni occidentali della Regione delle Montagne, Haut-Sassandra, Moyen-Cavally e Bas-Sassandra. Sugli attacchi di domenica ha riferito: “Il 13 marzo ci sono state segnalazioni di un attacco armato al Grand-Bassam resort, nei pressi di Abidjan. Si dovrebbe evitare l’area, se possibile. Se si è in prossimità, seguire le istruzioni delle autorità di sicurezza. C’è un’alta minaccia di terrorismo. Si dovrebbe essere vigili dopo i recenti attentati in Mali e Burkina Faso. Gli attacchi potrebbero essere indiscriminati, anche nei luoghi visitati dagli stranieri”.

Gli attacchi degli ultimi mesi contro gli alberghi di lusso nelle capitali delle vicine Mali e Burkina Faso hanno causato la morte di decine di persone, obbligando i Paesi dell’Africa occidentale ad aumentare la sicurezza di fronte a una minaccia terroristica in crescita.

Gli analisti hanno espresso il timore che gli attacchi potrebbero diffondersi nel resto della Costa d’Avorio ed in Senegal mentre aumentano le esercitazioni militari guidate dagli Stati Uniti nella Regione con lo scopo di contrastare le minacce terroristiche.

Questo tipo di attacco è stato il primo del suo genere in Costa d’Avorio da quando i militanti hanno cominciato a destabilizzare il vicino Mali nel 2012. Un intervento militare francese che ha avuto inizio nel nord del Mali nel 2013 è stato esteso per coprire l’intera Regione del Sahel nel 2014.

Ma la Costa d’Avorio, dove le forze di pace francesi sono rimaste tra il 2002 ed il 2014, non era stato considerato una priorità per l’anti-terrorismo.