Spiraglio di luce in Yemen: una tregua possibile

13 Marzo 2016

di Luca Mershed, Italians for Darfur

 

In Yemen perdura una guerra civile che ha già causato la morte e la fuga dalle proprie case di migliaia di persone. Nonostante ciò, sembrano esserci segni di una possibile tregua e di un miglioramento dell’insostenibile situazione in cui si trova il popolo yemenita.

Infatti, l’Arabia Saudita ha avviato dei colloqui diretti con i ribelli Houthi nel corso della guerra –entrata già nel secondo anno- che è diventata una prova di determinazione per Riyad di difendere i propri interessi in modo aggressivo nella Regione.

Un funzionario dei ribelli ed una coalizione saudita guidata da militari hanno confermato che i colloqui stanno avendo luogo nei pressi del confine saudita-yemenita. Ma le due parti sembrano avere molte divergenze sull’ordine del giorno dei negoziati iniziati lunedì.

I colloqui si concentrano sui modi per porre fine alla guerra e per avviare un immediato cessate il fuoco”, ha detto il Portavoce degli Houthi, Mohammed al-Shire’i. La coalizione ha affermato, in una dichiarazione, che i negoziati hanno solo creato uno “stato di calma” nella zona di confine per permettere la consegna degli aiuti umanitari.

Entrambe le parti hanno sottolineato di aver dato luogo ad uno scambio di prigionieri: la coalizione saudita ha dichiarato che gli Houthi hanno rilasciato un soldato dell’Arabia Saudita, mentre i sauditi hanno liberato sette yemeniti detenuti in una zona di combattimento, vicino al confine.

Supportata dagli Stati Uniti, una coalizione saudita guidata dagli Stati arabi, per lo più sunniti, ha lanciato una campagna aerea contro gli Houthi a marzo, con l’obiettivo di scalzare rapidamente i ribelli e rimettere il presidente Rabbo Mansour Hadi al potere.

Al contrario, lo Yemen è stato inghiottito in un’estenuante guerra che ha coinvolto anche le forze di terra dell’Arabia Saudita, altre monarchie sunnite del Golfo, il Sudan e l’Egitto. Invece di limitarsi a essere un conflitto locale che ha coinvolto alcuni soggetti esterni, il Paese è diventato un teatro delle rivalità tra la potenza della Regione sunnita, l’Arabia Saudita, e la sua prima rivale sciita, l’Iran. Gli Houthi hanno aderito alla setta degli Zaidi dell’islam sciita. L’Iran sostiene gli Houthi politicamente, anche se gli ha negato l’invio di armi.

In una dichiarazione, la coalizione sunnita ha affermato che le tribù yemenite che abitano la regione di confine saudita-yemenita sono stati mediatori nei colloqui. Lo sviluppo positivo della situazione potrebbe rappresentare una possibile via per una soluzione negoziata del conflitto dopo i fallimentari tentativi di mediazione da parte delle Nazioni Unite.

Lo scorso giugno, i rappresentanti delle due parti avevano tenuto dei colloqui indiretti durante un round di negoziati delle Nazioni Unite. Nel mese di dicembre, un altro giro di colloqui in Svizzera, era stato minato dai continui combattimenti a terra. Il tentativo di continuare, a gennaio, i negoziati da parte delle Nazioni Unite è stato rinviato a causa del protrarsi del conflitto. L’attuale assenso di entrambi le parti di andare verso colloqui diretti potrebbe essere visto come un tentativo da parte l’Arabia Saudita di accogliere le richieste degli Houthi.

Le Nazioni Unite stimano che più di 6.000 persone sono state uccise nello Yemen dall’inizio del conflitto, quasi la metà sono civili. Milioni anche sono stati obbligati a lasciare le proprie case e stanno lottando per sopravvivere in un Paese che era, già prima della guerra, il più povero nella penisola arabica.