La visita a Roma del premier somalo Sharmarke

6 Aprile 2016

di Shukri Said

Si è conclusa da qualche giorno la visita a Roma di Omar Abdirashid Ali Sharmarke, Primo Ministro della Repubblica Federale di Somalia, accompagnato da alcuni tra i più importanti ministri del suo governo (il ministro degli Esteri Abdusalam Hadliye Omer, il ministro della Sicurezza Abdirizak Omar Mohamed, il ministro dell’Energia e Acqua Mohamed Mursa Sheikh Abdirahman, il ministro delle Poste e telecomunicazioni Guled Hussein Kassim, il ministro delle Infrastrutture Salah Sheikh Osman, il ministro dell’aviazione Ali Ahmed Jama e il vice ministro della Pesca Said Jama).

Della delegazione facevano parte anche l’On.le Prof. Mohamed Abdi Gandhi e la D.sa Mariam Yassin Hagi Yussuf, consigliere speciale del Primo Ministro per l’immigrazione e l’infanzia.

Durante la permanenza nella capitale italiana, Sharmarke ed i suoi ministri, accompagnati dall’Ambasciatore per l’Italia Mussa Hassan Abdulle e dall’Ambasciatore italiano per la Somalia Fabrizio Marcelli, hanno incontrato il presidente del consiglio Matteo Renzi. Alla Farnesina si è poi celebrata, per la Somalia, una country presentation presieduta dal ministro degli esteri Paolo Gentiloni alla quale ha assistito un centinaio di imprenditori italiani: un’occasione che mancava da molti anni. Tra gli interventi più applauditi, quello del giovane Ministro somalo per le Poste e telecomunicazioni Guled Hussein Kassim che ha sottolineato l’importanza della cooperazione tecnologica con l’Italia.Tra i colloqui bilaterali c’è stato anche l’incontro del Primo Ministro Sharmarke col Gen. Tullio Del Sette, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il corpo che svolge un’importantissima missione di addestramento in Somalia, col quale si è discusso come rafforzare la cooperazione fra Carabinieri e polizia somala. L’incontro era stato favorito, la settimana precedente l’arrivo della delegazione ministeriale, da una visita in Italia del Comandante della Polizia Federale somala, Gen. M. Sheikh Hassan Hamud.

Gli argomenti complessivamente trattati sono stati la situazione della sicurezza in Somalia e l’evoluzione politica del Paese, con particolare riguardo alle elezioni previste per la prossima estate e che da mesi tengono in tensione la politica somala.

Da parte italiana è stato assicurato sostegno alla Somalia nei fori multilaterali quali UE, G7 (che l’Italia presiederà nel 2017) e Consiglio di Sicurezza (se l’Italia vi sarà eletta il prossimo giugno).Inoltre l’Italia ha annunciato il raddoppio dell’aiuto allo sviluppo somalo: 21 milioni di Euro nel 2016.

La Somalia ha auspicato, da parte sua, un ritorno delle aziende e degli investimenti italiani, nonché il supporto nella formazione dei suoi quadri istituzionali.

Invero le potenzialità della Somalia sono di straordinario interesse per le imprese italiane sia sotto il profilo agroalimentare che sotto quello della ricostruzione e costruzione delle infrastrutture.

La Somalia dispone di 50 milioni di capi di bestiame, di pescosissime coste (le più lunghe dell’Africa – 3.360 km), di territori agricoli, soprattutto nel sud del paese, tra i fiumi Juba e Shabelle (la Mesopotamia somala), dove i pomodori maturano ogni mese e la frutta esotica abbonda in ognuna delle specie più pregiate.

Per contro, la Somalia deve ricostruire o costruire ex novo strade, ferrovie, ponti, porti, aeroporti, ospedali, pozzi, case, uffici, illuminazione pubblica, banda larga, fognature, impianti di depurazione e di smaltimento dei rifiuti: tutto ciò che necessita al recupero di quella vita felice e prospera che la Somalia ha ben conosciuto e che quasi venticinque anni di guerra civile hanno spazzato via facendo emergere il fenomeno del fondamentalismo islamico.Secondo la diplomazia italiana, negli ultimi anni del Governo federale somalo ci sono stati sicuramente degli sviluppi positivi, si è assistito ad un consolidamento delle istituzioni e ad un inizio della ricostruzione materiale del Paese.

Ma secondo gli osservatori il cammino è stato costellato di ritardi ed involuzioni, con la caduta di ben due governi, ed esiste un pericolo latente ma costante che tutti i progressi fatti possano disfarsi in poco tempo.

La speranza risiede soprattutto nella maturità e nel patriottismo della classe dirigente somala che troverà nelle elezioni parlamentari e presidenziali del prossimo agosto l’occasione per esprimersi in quel rinnovamento che da molte parti viene richiesto.