Erdogan e le conseguenze del golpe taciute

11 Agosto 2016

di Luca Mershed

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha criticato alcuni Paesi occidentali -senza fare nomi- per aver supportato il colpo di Stato del 15 luglio che ha lasciato più di 270 morti e 70.000 persone sospese dal proprio lavoro.
“L’Occidente sta sostenendo il terrorismo e prendendo posizione a favore di coloro che hanno condotto il colpo di Stato”, ha detto Erdogan parlando ad un evento per gli investitori stranieri nella capitale, Ankara.
Il Presidente turco ha ribadito la propria denuncia che nessun leader straniero ha visitato la Turchia dopo il fallito colpo di Stato, al contrario di quanto avvenuto in Francia ed in Belgio che hanno ricevuto visite di solidarietà dopo gli attacchi che hanno subito.
“Quelli che abbiamo considerato amici si stanno schierando al lato dei terroristi e di coloro che hanno cercato di rovesciare il nostro regime democratico”, ha continuato.
Durante il suo discorso, Erdogan ha anche criticato la Germania, dopo che un tribunale tedesco ha vietato di mostrare il Presidente turco in un video link indirizzato ad una folla di circa 30.000 sostenitori e manifestanti anti-colpo di Stato a Colonia durante il fine settimana.
La Turchia ha inviato alla Germania più di 4.000 file in cui erano indicati dei propabili “terroristi”, ma il Governo della Merkel non ha fatto niente, ha confermato Erdogan.
Il Governo turco dice che il colpo di Stato è stato istigato dal religioso Fethullah Gulen, un ex alleato di Erdogan che vive in esilio volontario in Pennsylvania.
La Turchia ha chiesto la sua estradizione, ma Washington ha chiesto che venissero presentate le prove del coinvolgimento del religioso affinchè il processo possa iniziare. Erdogan ha lamentato la richiesta di prove, affermando: “A noi non sono stati richiesti dei documenti per i terroristi che gli Stati Uniti volevano”. Anche il Ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, ha inviato un secondo documento per gli Stati Uniti con lo scopo di ottenere l’arresto di Gulen.
Il Governo turco ha iniziato un giro di vite contro il movimento radicale legato a Gulen, che è considerato un movimento “terrorista” e gestisce scuole, enti di beneficenza ed imprese a livello internazionale.
“Hanno chiesto alcune informazioni dopo la nostra prima lettera, abbiamo fornito le risposte alle loro domande perché la questione è considerata urgente per la sicurezza del Paese”, ha sottolineato Bozdag.
“Spero che gli Stati Uniti decidano a favore della Turchia, in linea con la democrazia e lo Stato di diritto, e restituiscano questo capo di un’organizzazione terroristica alla Turchia”, ha affermato il Ministro.
Il Ministro ha sottolineato che se Gulen dovesse lasciare gli Stati Uniti, ciò costituirebbe una grave colpa per lo Stato Nordamericano.
Inoltre, il colpo di Stato militare fallito lo scorso 15 luglio in Turchia ha provocato una perdita di circa 90.000 milioni di euro (100.000 milioni di dollari) per l’economia del Paese eurasiatico, secondo il Ministro turco del Commercio e le Dogane, Bülent Tüfenkci.
“Se consideriamo tutti gli aerei da guerra, elicotteri, armi, bombe ed edifici danneggiati, il costo è di 300.000 milioni di lire (100.000 milioni di dollari), almeno secondo i nostri calcoli iniziali”, ha dichiarato Tüfenkci.
Il Ministro ha avvertito che si tratta di una prima stima e che la cifra potrà aumentare ulteriormente. Inoltre, si dovranno sommare i “vari costi a medio termine” derivati, per esempio, dalla cancellazione di ordini dall’estero o dei viaggi turistici, ha confermato il Ministro. Infatti, i golpisti “hanno creato un’immagine della Turchia come Terzo Mondo” e stanno cercando di destabilizzare l’economia del Paese per indebolire il Governo.
Il Ministro ha riconosciuto che nel settore turistico si produrranno cancellazioni da parte dei 3 millioni di funzionari ai quali il Governo ha sospeso le vacanze per un anno.
Secondo stime ufficiali, si sono registrate quasi un milione di cancellazioni di prenotazioni turistiche provenienti dall’estero. Il colpo di Stato e le sue conseguenze rappresentano un altro duro colpo per il turismo turco, già indebolito da diversi attacchi terroristici e boicottaggio da parte della Russia dopo l’abbattimento di un caccia russo da parte della Turchia nel uca scorso.
D’altra parte, Tüfenkci si è congratulato che, nonostante la situazione di tensione creatasi dopo il colpo di Stato, si sono evitate la chiusura delle banche e delle borse oltre al fatto che non c’è stata una grande fuga di capitale straniero. L’agenzia di rating Standard and Poor (S&P) ha declassato tuttavia la solvibilità della Turchia e del debito a lungo termine del Paese, sia in valuta locale che straniera.
L’agenzia vede dei rischi per la futura capacità di pagamento del Paese in quanto ritiene che a seguito del colpo di Stato potrebbe avvenire un’ulteriore polarizzazione della scena politica ed un deterioramento dei saldi istituzionali. Questa situazione istituzionale si è aggravata quando il Presidente turco ha ottenuto il potere militare per fronteggiare la situazione di pericolo in cui si sta trovando il Paese.