Russia, marcia in ricordo Nemtsov

15 Marzo 2017

di Luca Mershed

Migliaia di russi hanno sfilato nella capitale, Mosca, in memoria di Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione ucciso due anni fa, con la richiesta di ulteriori indagini sulla sua uccisione.

Nemtsov, ex vice Primo Ministro che è diventato un aperto critico del presidente Vladimir Putin, è stato ucciso nel febbraio 2015 mentre camminava su un ponte vicino il Cremlino con la sua ragazza ucraina.

A quel tempo, Nemtsov, 55 anni, stava lavorando su un rapporto in cui ha dimostrato il coinvolgimento diretto della Russia in una ribellione separatista che imperversa in Ucraina orientale dall’aprile 2014. Nonostante le prove portate dall’ex Primo Ministro, la Russia ha negato ogni accusa.

L’ascesa di Boris Nemtsov da scienziato di fisica quantistica a Primo Ministro riformista durante l’amministrazione del presidente Boris Eltsin è rimasta nella leggenda politica russa. Già come Governatore, aveva istituito riforme senza precedenti ed aveva permesso di raggiungere una crescita spettacolare a Nizhny Novgorod, una delle Regioni più economicamente depresse della Russia.

Da lì, ha volato sulle ali del successo ed ha accresciuto la sua popolarità a Mosca. A un certo punto della sua carriera politica, aveva pensato di candidarsi per la Presidenza, ma questo piano è stato bruscamente interrotto con la crisi valutaria del 1998 ed il successivo default della Russia, per cui è stato in parte accusato di averne avuto la responsabilità.

L’arrivo di Vladimir Putin al vertice dell’Olimpo politico della Russia aveva creato in Nemtsov, come in molti altri russi, una speranza per un futuro migliore dopo l’oligarchia di Eltsin. Questo ottimismo è appassito quasi immediatamente, quando Putin ha portato alla ribalta i vecchi oligarchi ed ha iniziato ad imbavagliare la stampa indipendente. Nemtsov ed il suo ideale liberale e filo-occidentale, da quel momento in poi, sono stati confinati dalla vita politica russa. Netmsov si è rifiutato di essere perseguitato in esilio ed ha iniziato ad intraprendere una crociata contro Vladimir Putin. Ha scritto molti rapporti feroci che indagano sui rapporti corrotti nella politica al monopolio energetico russo, Gazprom.

Nel 2011, ha contribuito ad organizzare, a Mosca, alcune delle più grandi manifestazioni nella storia post-sovietica della Russia, per protestare contro le elezioni legislative tenute in modo fraudolento. Come nativo di Sochi, ha criticato la volontà di tenere le Olimpiadi Invernali del 2014 in quella città sub-tropicale, definendo il tutto come un “progetto personale di Putin” ed un “piano di latrocinio senza precedenti”, relativo al fatto che decine di miliardi di dollari erano stati dirottati in offerte che coinvolgevano compari di Putin.

Dopo l’annessione della Russia della Crimea, era inevitabile che Nemtsov si sarebbe trovato nella prima linea delle barricate che protestavano l’aggressione del suo Paese contro una Nazione fraterna.

Questo fatto ha, probabilmente, segnato la decisione del Governo –secondo alcuni- di eliminare un personaggio scomodo come Nemtsov.

Al giorno di oggi ancora i fatti legati al suo assassinio rimangono oscuri ed i manifestanti di domenica scorsa a Mosca portavano ritratti di Nemtsov, bandiere russe e cartelli con slogan come “Russia senza Putin” chiedendo a gran voce luce sui fatti.

“Ci siamo riuniti qui per chiedere di portare gli assassini di Boris Nemtsov alla giustizia, non solo gli autori ma anche gli organizzatori ed i mandanti”, Ilya Yashin, un attivista dell’opposizione russa ed organizzatrice della marcia, ha detto all’agenzia di stampa Reuters.

Quando Boris Nemtsov è stato ucciso due anni fa, l’opposizione russa ha perso una delle sue figure politiche più interessanti e carismatiche.

La perdita di Nemtsov è stata, ovviamente, devastante per l’opposizione, ma fornisce, in realtà, l’unico punto di incontro, in questo momento, intorno al quale così tante persone si uniscono esprimendo la propria opinione per le strade.

Questo è un problema profondo e duraturo per l’opposizione che dice: “Ci siamo riuniti qui per chiedere riforme ed il rilascio dei prigionieri politici”.

La polizia ha stabilito il numero di manifestanti a 5.000, ma un gruppo di osservatori volontari ha detto che c’erano almeno 15.000 manifestanti.

Le autorità hanno bloccato diverse strade nel centro di Mosca per l’evento di domenica ed hanno circondato i manifestanti con recinzione in metallo sotto la sorveglianza della polizia.

L’evento si è verificato in gran parte senza incidenti, ma la polizia ha effettuato diversi arresti ed il leader dell’opposizione, Mikhail Kasyanov, è stato attaccato nel corso della marcia da uno sconosciuto che gli ha gettato del colorante verde in faccia.

Dopo la marcia, migliaia di persone sono andate a deporre fiori sul luogo dove è stato ucciso Nemtsov.

“È nei momenti come questo, in particolare per l’anniversario della morte di Boris Nemtsov, dove è possibile riunire l’opposizione e vedere come è forte il movimento”, ha affermato l’organizzatrice della marcia.

!Quello che stiamo notando in questo momento è che c’è ancora, ovviamente, un buon numero di persone dedite alla causa a mantenere la propria idea democratica attraverso una Russia più liberale, ma è una strada in salita per queste persone. Non sono la maggioranza nel Paese.Certamente quando si esce da Mosca e San Pietroburgo si trova una popolazione che è molto più conservatrice e soddisfatte dello status quo”, ha concluso l’attivista.

Raduni simili per onorare Nemtsov hanno avuto luogo in molte città in tutta la Russia.

Lo scorso anno, la marcia a Mosca per ricordare Nemtsov aveva attirato migliaia di persone, con i funzionari che stimavano circa 7.500 manifestanti, mentre per altri la cifra più vicina era sui 20.000.

Separatamente, il prominente attivista Ildar Dadin è stato rilasciato domenica da una prigione siberiana, dopo che un tribunale ha annullato la sua accusa.

Dadin, che è stato dichiarato un prigioniero di coscienza da Amnesty International, si è lamentato di torture ed abusi dietro le sbarre.

“Continuerò a lottare contro il regime fascista di Putin e mi batterò affinché i diritti umani siano rispettati in Russia”, ha detto in Dadin.