di Vincenzo Vita
Si tratta di leggi infarcite di cattive promesse e cariche di emotività emergenziale. Un caso di scuola è rappresentato dalla proposta (Atto Senato 2688, depositato lo scorso 7 febbraio) sottoscritta da diversi parlamentari “trasversali” …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
Venerdì 21 e sabato 22 ottobre scorsi si è tenuta l’annuale conferenza di Eurovisioni, giunta al trentesimo compleanno. E l’ultima edizione ha giustamente affrontato temi e contraddizioni della proposta di “Direttiva Servizi Media Audiovisivi (SMA), Copyright e Mercato Unico Digitale”, ora in discussione presso la Commissione cultura del Parlamento europeo. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
Un raggio di sole, per dirla con Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Così appare la piccola riforma dell’editoria, approvata in via definitiva in terza lettura dalla Camera dei deputati: rispetto all’inquietante scenario che la post-democrazia dei e nei media ci sbatte in faccia. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
La proposta di legge votata in seconda lettura dalla Camera dei deputati su “la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” ha diverse insidie e ambiguità. O, meglio, è un classico caso di eterogenesi dei fini. Si è partiti da un’esigenza più che nobile –frenare quanto possibile una delle piaghe criminose della società digitale- per finire nella messa in causa delle libertà della e nella rete.
Naturalmente, anche le parole vanno misurate nell’agire simili argomenti. E’ troppo devastante lo scempio di vite e di coscienze che un reato così squallido provoca nel tessuto sociale, minori o meno che siano le vittime. Da ultimo, purtroppo solo in ordine di tempo, i casi della giovane disperata Tiziana arrivata al suicidio per la reiterata diffusione di immagini hard in cui era coinvolta o della 17enne di Rimini stuprata e offerta da qualche amica sciagurata al voyeurismo in salsa social. Quindi, è comprensibile l’animo risarcitorio che ha sospinto i deputati. Peccato, però, che i testi normativi, quando si distaccano dalla contingenza emergenziale, rimangono scolpiti nel corpo complessivo del sistema giuridico. Dove vale l’ottica “generalista”, che riguarda coloro che magari poco hanno a che fare con un orrendo delitto perseguito. Nell’articolato varato a Montecitorio cade la distinzione tra minorenni e adulti, titolati questi ultimi a chiedere l’immediata rimozione dei contenuti ritenuti lesivi. E se i gestori (descritti in maniera vaga, come ha sottolineato il forzista Antonio Palmieri) non provvedono, ecco che interviene d’ufficio il Garante per la protezione dei dati personali. Quindi, entrano in gioco i “grandi” e i reati previsti hanno una tale ampiezza di confini, da configurare bavagli e censure: l’oscuro oggetto del desiderio dei molti che da anni ronzano attorno alla rete per randellarla, non comprendono spesso linguaggi e sintassi. Non si esagera. Che significa in italiano la parola “offese”, inserita nella riscrittura dell’articolo 1? Il salto verso la persecuzione di opinioni ritenute contrarie alle proprie è possibile e niente affatto lontano dalla realtà. Così la potenziale interpretazione si stacca dal solco del bullismo. L’ha spiegato bene in aula Giovanni Paglia di Sinistra italiana. Per non dire dei casi sanzionabili senza essere ancora reati o degli aggravamenti delle pene, che le politiche criminali avvedute sanno essere pressoché ininfluenti nei confronti dei rei accaniti: su cui nella migliore delle ipotesi hanno l’effetto delle grida manzoniane. Se non persino di un invito al corpo a corpo muscolare con la cosa pubblica.
Insomma, ci si ripensi, nel terzo atto previsto al Senato, che aveva varato un progetto migliore a prima firma Elena Ferrara.
Tuttavia, è essenziale porsi una domanda. La legislazione classica, figlia dell’età analogica, riesce ad applicarsi al contesto digitale? I drammi che fanno da sottotesto all’articolato varato si risolvono nella rete? Un po’ certamente sì, attraverso un’opera di impegno civile e morale dei “navigatori” per bene, la stragrande maggioranza. I criminali e i bulli vanno isolati, respingendoli ai margini della comunità. In rete l’affidabilità è tutto, del resto. Non basta, però. E’ ora di interrogarsi su come si affronta il territorio della rete, dove ci sono potenti proprietari cui va imposta un’attenzione preventiva. Perché quelle immagini di Tiziana artatamente girate non sono state bloccate, pur esistendo strumenti giuridici che avrebbero potuto essere utilizzati?
di Vincenzo Vita
L’addio ad Ettore Bernabei attraverso la celebrazione dei suoi funerali segna come uno spartiacque, ormai solo simbolico e tuttavia ricco di significati. Guai alla nostalgia, sempre significati di errori. E attenzione a non rimuovere certi anni bui, in cui parlare di lotte operaie o di diritti civili (il divorzio, giusto per dire) era assai periglioso. …Leggi tutto »
di Luca Mershed
Il Parlamento israeliano, la Knesset, si è concesso un nuovo potere draconiano la scorsa settimana: la maggioranza dei tre quarti dei suoi membri può ora espellere un politico eletto, se la sua opinione non è in sincronia con la visione dei parlamentari. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
“Insieme a te non ci sto più”, avrà detto Vincent Bolloré – sulle note di Caterina Caselli – a Pier Silvio Berlusconi, rompendo la trattativa per l’acquisizione di Mediaset Premium. La pay-tv sembrava attrarre Vivendi: per costruire un polo europeo in grado di contrastare l’ascesa di Netflix, uno dei nuovi potenti dell’era dell’incrocio con la rete. E ora, dopo le promesse di matrimonio e i corteggiamenti appassionati, si rischia (?) la carta bollata. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
L’eroe di questi giorni nei e tra i media è Urbano Cairo. Nella massima serie di basket degli Stati uniti –Nba- sarebbe “most valuable player” (Mvp), come Curry . Tanto per dire. Infatti, il tabernacolo dell’editoria, circondato da mitologie divine e storie pure molto profane, è ora appannaggio dell’editore de “La7” nonché patron del Torino calcio. Si parla della conquista di “Rcs-Corriere della sera”, a lungo al centro delle dispute nell’attuale fase crepuscolare del settore in Italia. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
Signor giudice, cantava Roberto Vecchioni. Signor giudice, sussurriamo di fronte alla sentenza della Cassazione 13161/16 che ha imposto la cancellazione di una notizia dal giornale on line “PrimaDaNoi.it”. Si tratta di una testata abruzzese piuttosto attiva ed efficace,“rea” di aver tenuto un’informazione veritiera, non contestata nella sostanza, inerente ad un accoltellamento avvenuto in un ristorante nel 2008. Già nel settembre del 2010 i titolari del locale chiedevano la cancellazione del testo, considerato lesivo dell’immagine commerciale. …Leggi tutto »