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Uganda: social media bloccati, giornalisti picchiati, feriti e arrestati

di Riccardo Noury
Non gli è bastato inaugurare il suo quinto mandato come presidente dell’Uganda. Yoweri Museveni ha voluto stravincere, bloccando da giovedì 12 maggio Facebook, Twitter e WhatsApp.
Al presidente-padrone dell’Uganda, paese che nel 2015 ha occupato il 102esimo posto su 180 nella classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa (cinque posizioni indietro rispetto al 2014), deve aver dato fastidio un video ampiamente circolato online in cui il leader dell’opposizione Kizza Besigye – che ha contestato i risultati delle elezioni di febbraio – giurava come autentico presidente dell’Uganda.
Venti minuti dopo, il blocco, necessario per “motivi di sicurezza nazionale”, secondo un laconico comunicato ufficiale.
Ma quello che è successo off line, sempre giovedì 12, è persino peggio. Una giornalista del quotidiano locale Daily Monitor aggredita e picchiata, un reporter di Canale 44 colpito alla gamba da un proiettile di gomma, due giornalisti di Radio Salt e Delta Tv arrestati.

Illuminare le periferie per conoscere il mondo e noi stessi

di Enzo Nucci

Ricordo ancora con nitidezza le parole di una coraggiosa studentessa iraniana che intervistai nell’università di Teheran nel 2004. Tra le altre cose mi disse: “Se è vero che viviamo nel villaggio globale, noi chiediamo che la capanna dell’Iran faccia parte di questo villaggio a pieno titolo con gli stessi obblighi e gli stessi diritti”. …Leggi tutto »

Processo giornalisti turchi. Fnsi: “Va fermato. Il Governo italiano si mobiliti”

Lorusso e Giulietti (Fnsi): “Il governo italiano si attivi per evitare che il processo ai giornalisti turchi Can Dundar e Erdem Gul diventi un attentato alla libertà di stampa”

“Il processo a carico dei giornalisti turchi Can Dundar e Erdem Gul va fermato. Il governo italiano si mobiliti insieme con le altre istituzioni europee”. Alla vigilia della prima udienza del processo, fissata per domani, contro il direttore e il caporedattore del quotidiano turco di opposizione ‘Cumhuriyet’, accusati di spionaggio e divulgazione di segreti di Stato, la Federazione nazionale della stampa italiana, al pari di altri sindacati europei dei giornalisti, chiede un intervento deciso sul governo turco. “Dopo aver sollevato il problema in un recente vertice dei capi di governo, tenutosi a Bruxelles – dicono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi – è auspicabile che il premier Matteo Renzi si attivi per evitare che in Turchia vengano ulteriormente calpestati il diritto di cronaca e la libertà di stampa. Come ha ricordato Can Dundar in un articolo pubblicato su ‘Le Monde’, in Turchia i giornalisti sono liberi di fare domande, a condizione però di correre il rischio di perdere il lavoro o di finire in galera. Questa situazione ha trasformato la Turchia in una delle più grandi prigioni per giornalisti del mondo”. L’appello della Fnsi si unisce a quello che i giornalisti francesi hanno rivolto al presidente Francois Hollande, al quale hanno ricordato che non si può barattare la libertà di stampa in Turchia in nome dell’accordo fra Bruxelles e Ankara sulla crisi dei migranti.

 

 

 

UE fermi la Turchia autoritaria

Francesca Chiavacci, Presidente Nazionale ARCI

Uno stato che chiude giornali, ne occupa le sedi, arresta giornalisti e cerca di mettere a tacere i social network è uno stato autoritario. Non lo si può definire altrimenti. La Turchia, membro della Nato, oggi é questo ed è un dato gravissimo, insopportabile, inaccettabile. I fatti della vicenda Zaman sono solo gli ultimi di una serie troppo lunga e che, temo, non è ancora giunta a termine. …Leggi tutto »

Turchia, Non vi immischiate

di Massimo Marnetto

Non vi immischiate su come trattiamo la stampa dissidente, altrimenti vi bombardiamo di migranti. …Leggi tutto »

Turchia, Firmiamo contro la censura

di Antonella Napoli

Erdogan prova a zittire con la forza la stampa libera. La comunità internazionale si mobiliti per fermarlo

Il blitz nella sede di Zaman delle forze di sicurezza turche è scattato nella notte. I poliziotti prima hanno usato idranti e lacrimogeni per farsi strada tra i lettori e gli attivisti che si erano radunati sotto la redazione del più diffuso giornale dell’opposizione, che il giorno prima era stato posto sotto amministrazione fiduciaria governativa da un tribunale di Istanbul, poi hanno fatto irruzione cacciando i dipendenti e i giornalisti della testata. …Leggi tutto »

Turchia, il governo assume il controllo del quotidiano indipendente Zaman

di Riccardo Noury

Il governo del presidente Erdogan sta asfaltando la libertà d’infomazione.
Non c’è altro modo di definire quanto sta accadendo in Turchia, dove una settimana fa è stata chiusa l’emittente televisiva IMCTV – l’unico canale nazionale che riportava un punto di vista non ufficiale sulle operazioni militari e i coprifuoco nel sud-est del paese – e dove il 4 marzo un tribunale di Istanbul ha posto sotto amministrazione controllata il quotidiano indipendente Zaman. …Leggi tutto »

Attentato a Mogadiscio contro Omar Faruk Osman

Di Shukri Said (Associazione Migrare)

 

Omar Faruk Osman, segretario generale del Sindacato dei Giornalisti somali (Nusoj), è sfuggito oggi a Mogadiscio ad un attentato nel quale è rimasta gravemente ferita la sua guardia del corpo e due passanti.
Un testimone ha riferito che uomini armati rimasti sconosciuti, che viaggiavano a bordo di un furgoncino senza targa, hanno sbarrato la strada all’auto sulla quale viaggiava Omar Faruk Osman. Mentre l’auto di Faruk transitava nella zona di Taleeh, ritenuta tranquilla, dal furgoncino è partita una girandola di proiettili diretti verso la parte anteriore dell’auto occupata dall’autista e dalla guardia del corpo che ha fatto da scudo ad Omar Faruk Osman che sedeva sul sedile posteriore.
Le modalità dell’attentato sono molto lontane dalle tecniche terroristiche degli Al Shabab e ricordano assai più da vicino quelle mafiose.

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