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San Francesco conquista il web: 4,1 milioni di visite per sanfrancesco.org

Da www.sanfrancescopatronoditalia.it

 

Numeri importanti per il sito dei frati del Sacro Convento di Assisi dedicato alla figura del Santo patrono d’Italia. Il 2015 si chiude con circa 4,1 milioni di visite, 3,2 milioni di utenti raggiunti e circa 9 milioni di visualizzazioni di pagina. Le notizie che quotidianamente vengono proposte dal sito riguardano il francescanesimo, i temi più attuali della società, della fede e della religione. Il sito propone inoltre approfondimenti su eventi e manifestazioni organizzati dai frati della Basilica di san Francesco con immagini e video esclusivi. Una finestra sempre aperta sulle numerose attività del Sacro Convento di Assisi e dei religiosi sparsi nel mondo. Da ogni parte del pianeta si collegano al portale francescano.

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Misna, un’agenzia nata per illuminare le periferie del mondo. Non spegniamola

di Riccardo Cristiano

 

Se c’è un’agenzia nata per illuminare le periferie del mondo, quelle periferie dalle quali il mondo si capisce molto meglio che guardandolo dal “centro”, questa è la MISNA, fondata nel dicembre del 1997 per iniziativa di alcune congregazioni missionarie e diretta dal missionario comboniano Giulio Albanese fino al settembre 2004. L’idea di padre Giulio Albanese era molto semplice: un piccolo nucleo di giovani giornalisti, a Roma, giornalmente cercava e approfondiva con i missionari, cattolici e non, e gli operatori umanitari presenti nelle periferie del mondo, le notizie nascoste nei sud del mondo: per raccontarle, per informare, per portarle nel nostro mondo informativo, evitando così che vi entrassero solo per caso, in occasione di visite di Stato, o di “inattesi eventi”, come pandemie o golpe.

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Attraverso il Mediterraneo dei rifugiati: i numeri e i protagonisti di un’odissea

Di Ernesto Pagano
(dal numero di dicembre di Babel periodico COSPE)

 

UN’EMERGENZA SENZA PRECEDENTI
Da sud a nord, da est a ovest. Chi attraversa il Mediterraneo e sfida la morte sui barconi non lo fa più per trovare migliori opportunità di lavoro: lo fa innanzitutto per sopravvivere ai conflitti, quello siriano in primis . Un conflitto che, dopo la reazione muscolare di Russia e Francia agli attentati di Parigi e del Sinai, si è fatto ancora più duro e letale. Nel 2015 quasi un milione di persone ha attraversato il Mediterraneo per raggiungere la Sicilia e la Grecia. Di oltre 3mila persone è nota la morte. La rotta est Mediterraneo-Balcani è stata la più battuta del 2015.
Soltanto dal 1 ottobre a metà novembre circa 200mila profughi hanno attraversato i Balcani arrivando dalla Grecia. Per fronteggiare questa “invasione” paesi come Macedonia e Serbia non sono andati tanto per il sottile: hanno respinto i migranti alle frontiere a suon di manganelli, o li hanno lasciati passare voltandosi dall’altra parte. Secondo Unhcr la loro capacità ricettiva per i rifugiati ammonta a circa 3mila posti letto. Soltanto nella prima settimana del Giugno 2015 hanno varcato le frontiere dei due paesi quasi in 20mila.

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Un anno in fuga

di Loris De Filippi, presidente MSF Italia

Il 2015 è stato un anno difficile perché denso di violenze, di conflitti vecchi e nuovi e di attacchi indiscriminati ai civili. Nuove aree di crisi – in Ucraina, Yemen, Burundi – si sono aggiunte ai tanti tragici conflitti ancora in corso: Siria, Iraq, ma anche crisi decennali, come in Corno d’Africa, Afghanistan, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana. Numerosi scenari che hanno spinto e continuano a spingere centinaia di migliaia di persone ad affrontare lunghi percorsi per salvare la propria vita: una vera emergenza umanitaria.
MSF li assiste nei paesi di provenienza e lungo il loro tragitto. A partire dallo scorso maggio, abbiamo avviato per la prima volta attività di ricerca e soccorso in mare. Un’operazione decisa in via straordinaria per far fronte al drammatico aumento di persone recuperate – e decedute – quest’anno nel Mediterraneo. Fino ad oggi le navi di MSF hanno soccorso più di 20.000 persone.

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Illuminare le periferie del mondo per smascherare mafie e corruzione

di Lorenzo Frigerio (Libera Informazione)

Negli ultimi decenni l’enfasi attribuita alla tematica della sicurezza, in occasione del prodursi di tragici fatti di cronaca, ha innescato inevitabilmente un corto circuito nella pubblica opinione, scatenando un surplus di aspettative sulla capacità delle istituzioni statuali e sovranazionali di risolvere le drammatiche questioni aperte tanto a livello locale che a livello planetario.
Ad aggravare un meccanismo già perverso, è arrivata la nuova minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamica, a partire dai terribili attentati del settembre 2001, con il tracollo delle Torri Gemelle a New York prima e ora, con la nuova minaccia dell’IS, manifestatasi nel cuore dell’estate 2014 e poi diffusasi nel mondo con la complicità inconsapevole (?) della rete.
Ad aggravare la percezione della sicurezza oggi più che mai è la variabile economica che influenza in modo negativo la vita quotidiana sotto diversi punti di vista. In un contesto internazionale e interno così marcato dalla precarietà, l’elemento decisivo nell’orientare politiche di inclusione e di cittadinanza rischia purtroppo di diventare l’umore viscerale della pubblica opinione: un “moloch” indistinto e, proprio per questo, spinto dalle pressioni esterne a repentini cambiamenti.

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Luca Maria Negro nuovo presidente della FCEI: “Il giusto equilibrio tra impegno sociale e testimonianza di fede”

di Gaëlle Courtens

Il pastore battista Luca Maria Negro, direttore del settimanale Riforma, è il nuovo presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Eletto martedì 8 dicembre dalla XVIII Assemblea della FCEI riunita a Pomezia (RM), il 62enne nato a Torino succede al pastore metodista Massimo Aquilante. Luca M. Negro ha svolto il ministero pastorale a Albano Laziale (Roma), Ginevra (Svizzera) e Torino. Comincia la sua carriera giornalistica presso la redazione dell’allora quindicinale ecumenico “Com Nuovi Tempi”, per prendere successivamente la direzione del mensile interreligioso “Confronti”. Entra a far parte della FCEI nel 1992 come direttore di “NEV – Notizie Evangeliche”, agenzia stampa che dirigerà fino al 2001. Dal 1995 al 2001, inoltre, è stato segretario esecutivo della FCEI. Luca M. Negro vanta anche un’esperienza di 9 anni a Ginevra (Svizzera) come segretario per le comunicazioni della Conferenza delle chiese europee (KEK). L’Agenzia stampa NEV gli ha rivolto alcune domande.

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#nohatespeech: contrastare l’odio è un dovere. La perizione su Change.org

di Domenica Canchano (Carta di Roma)

Le parole pesano come pietre e contribuiscono a innalzare i Muri dell’odio e della diffidenza verso l’altro da sé. Le parole costruiscono il senso comune, rafforzano o rimuovono quegli stereotipi coltivati ad arte da quanti sulla paura e l’ostilità verso “i migranti che portano violenza e rubano lavoro” provano a costruire le proprie “fortune” politiche.
La rete è oggi una delle trincee più avanzate ed esposte nella lotta al razzismo e alla xenofobia. Non è solo un problema di addetti ai lavori, è una “battaglia” di civiltà in cui ogni coscienza libera da pregiudizi può e deve fare la propria parte. A cominciare dal mondo, troppo spesso silente o sulla difensiva, dell’informazione.

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Quel limite fragile che deve farci riflettere

di Antonella Napoli (Italians for Darfur)

 

L’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo recita: chiunque ha il diritto alla libertà d’opinione e d’espressione, il che implica il diritto di non essere turbato a causa delle sue opinioni e quello di cercare, ricevere e diffondere, senza considerazione di frontiere, le informazioni e le idee attraverso qualunque mezzo di comunicazione.
Sulla base di questo principio e dell’articolo della Costituzione ad esso dedicato, che chi frequenterà questo sito imparerà a conosce molto bene, Articolo21 ha sempre contrastato ogni tentativo di censura e di bavaglio, anche nei confronti di chi non fosse in sintonia con la linea editoriale.
Non potrebbe essere diversamente per chi da sempre è portavoce di coloro che vivono in realtà in cui la libertà di parola non è scontata ma è un sogno da realizzare.

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#nohatespeech e “Illuminare le periferie”, la presentazione ad Assisi

di Anna Meli (Carta di Roma)

La sfida per media liberi dai discorsi di odio riparte da Assisi. Lo scorso 6 dicembre in una splendida giornata di sole e con la città invasa da turisti e pellegrini si è svolta una doppia cerimonia che ha visto protagonista il mondo della comunicazione e i giornalisti italiani. Dalle 15 nella sala Stampa del Sacro Convento di Assisi la Rivista San Francesco, la Tavola per la Pace, il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e l’Imam di Perugia hanno aderito ufficialmente alla campagna #nohatespeech, …Leggi tutto »

Non c’è forza più grande della parola

Di LasciateCIEntrare

Non c’è forza più grande della parola e nella libertà di poterla usare, diffondere, promuovere, comunicare. La libertà di parola è non riguarda soltanto la parola scritta o semplicemente pronunciata, bensì una più generale libertà di espressione
Esistono, oggi più che mai, parole, espressioni e discorsi che non hanno altra funzione se non quella di esprimere odio e intolleranza verso un determinato gruppo o persone. Esistono pregiudizi e stereotipi, ma soprattutto discorsi che diffondono, incitano e giustificano il pregiudizio, l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo, il disprezzo e l’offesa verso chi professa altri culti, ha diversi orientamenti sessuali è considerato, in quanto “altro” forma di disturbo ad un proprio ordine immutabile e statico. Esiste una parola, l’ hate speech, o meglio il discorso dell’odio.

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